Mi chiamo Everilda

Assolo mi è entrata dentro un po’ per volta perché mio nipote è un ragazzo DSA e con lui ho affrontato il problema, ho vissuto con la sua famiglia le preoccupazioni nel periodo scolastico e l’ho visto crescere spesso nella tristezza e con il senso di impotenza: questo mi ha portato ad essere sensibile verso queste tematiche e a volermi rendere utile ad altri ragazzi e alle loro famiglie.

Mi piace parlare coi ragazzi che si rivolgono al centro, ascoltare mamme e nonni parlare dei loro bambini e ragazzi: penso che anche solo l’ascolto sia un grande supporto morale.